È dunque un uomo il 93% di tutte le persone a cui è dedicata una strada nei 21 capoluoghi delle regioni e province autonome in Italia. Un divario così ampio, cosa ci dice della società che l’ha prodotto? La toponomastica, nelle parole della presidente di Toponomastica femminile Maria Pia Ercolini, è un riflesso del valore che una comunità assegna ai suoi membri.
Secondo uno studio di Daniel Oto-Peralías e Dolores Gutiérrez Mora sulla toponomastica di genere nelle città spagnole, i comuni con una più alta percentuale di strade intitolate a figure femminili tendono anche a vantare numeri più egalitari in termini di emancipazione femminile. La preponderanza di figure maschili nelle nostre strade non è solo testimonianza di un fatto storico e culturale, ma è allo stesso tempo una forza, subliminale ma costante, che contribuisce a perpetrare la marginalizzazione del contributo femminile nella storia, nell’arte, nella cultura, o nelle scienze.
Non basta certamente cambiare i nomi alle strade per ritrovarsi a vivere in una società più equa, ma allo stesso tempo una società più equa non può che interrogarsi su quali stereotipi e immaginari collettivi si perpetuano quando il 93% dei nomi presenti nelle strade è di un uomo.
Maria, la madre di Gesù, è il nome più presente e compare più di un centinaio di volte nelle strade delle 21 città considerate. Troviamo strade a lei dedicate - con 65 diversi appellativi diversi, da Madonna del Mare a Virgo Potens - in tutti i capoluoghi tranne Aosta. Assieme a Maria, tutti gli altri nomi femminili che compaiono tra quelli più comuni sono sante, con l’eccezione della regina Margherita di Savoia. È Grazia Deledda la prima figura femminile laica, storicamente esistita e non aristocratica che compare nella classifica, attorno alla 150esima posizione, con 10 strade a lei intitolate.
Nell’elenco qui sotto puoi vedere i nomi di persona che compaiono nei capoluoghi delle regioni e province autonome, ordinati in base al numero di città in cui compaiono - i nomi più popolari sono quindi in cima - e distinti in base al genere (le donne sono indicate in rosso). Puoi filtrare i nomi a seconda della loro professione, oppure vedere a quali persone sono intitolate le strade della tua città. Le professioni di alcune persone attualmente sono mancanti, non siamo riusciti a rintracciarle.
Negli ultimi anni la toponomastica femminile è diventata sempre più oggetto di studi e iniziative di sensibilizzazione. In Italia è attiva l’associazione Toponomastica femminile che svolge una densa attività divulgativa e organizza i censimenti sulla rappresentazione di genere nelle strade italiane.
In Europa è presente EqualStreetNames, che copre diverse strade di Belgio, Paesi Bassi, Germania, Serbia e Svizzera. I numeri delle 21 città mappate raccontano di un divario simile a quello italiano emerso dalla nostra analisi, con grosse città come Berlino che, sebbene presentino valori più bilanciati di quelli italiani, sono comunque lontane da una situazione di parità.
Il progetto Las calles de las mujeres delle Geochicas è invece focalizzato su Spagna e America Latina e in alcuni casi fa emergere numeri più paritari rispetto a quelli italiani: a L’Avana, Cuba, ben il 39% delle strade è dedicato a figure femminili.
Ciò che accomuna questi progetti, e molti altri simili, è la convinzione che la parità di genere debba passare anche attraverso il piano simbolico, quello del nostro immaginario urbano che si costruisce e rafforza giorno dopo giorno navigando lo spazio pubblico e interiorizzando quali sono le persone che la nostra comunità ha scelto di valorizzare. Osservare i numeri, e l’enorme divario di genere che esiste nell’attuale toponomastica, è un primo passo. Quello successivo è chiedere alle commissioni toponomastiche delle nostre città di riconoscere questa dinamica e prestare attenzione affinché d’ora in avanti venga riconosciuto l’inestimabile contributo di figure al momento assenti o poco visibili nel nostro spazio urbano. Questo non vuol dire necessariamente un’azione iconoclastica di rinominazione delle strade esistenti, se non nei casi di intitolazioni controverse, ma può anche declinarsi in una ricerca attiva di nuovi spazi urbani, tra parchi, sentieri e ciclabili, a cui assegnare un nome.